La formazione aziendale e i benefici dell’outdoor training
Nel corso degli ultimi anni, nel vasto panorama della formazione aziendale, il tema dell’importanza dei benefici prodotti dal contesto naturale sta assumendo una risonanza sempre maggiore.
In tal senso, un‘importantissima spinta per effettuare degli studi sulla rilevanza dei benefici del contesto naturale, deriva dal filone dell’Ecopsicologia. Come suggerisce il nome stesso, nata dall’unione tra ecologia e psicologia, l’ecopsicologia è una disciplina nata in California all’inizio degli anni Novanta, volta ad indagare la relazione tra il benessere individuale e il benessere della natura. L’assunto di base è che Il contatto con la natura ricopra un ruolo fondamentale per la salute psichica e fisica di ogni individuo. In ambito lavorativo può avere dei risvolti interessanti, poiché imparando a mettersi in ascolto, diventando parte attiva di ogni processo, si possono migliorare la collaborazione tra colleghi e la capacità di cambiare, di trovare soluzioni adatte, valorizzando ogni singolo individuo e, così facendo, anche il gruppo nella sua collettività. Ed ecco quindi, che un filone di studi come quello dell’ecopsicologia, si interseca con il filone della formazione esperienziale fuori porta, altresì conosciuto come outdoor training.
Outdoor training in Italia
In Italia l’Outdoor Training è riconosciuto come metodologia valida, spendibile e molto diffusa per la formazione aziendale. Esso gode di tutte le ricerche che dagli anni ’40 – anni della sua prima applicazione per opera del pedagogista tedesco Kurt Hahn – a oggi sono state prodotte da psicologi e studiosi di “experential learning” o di “learning by doing”. Il fine didattico della formazione Outdoor è sviluppare determinati comportamenti e competenze nei partecipanti (non solo competenze tecniche o di business ma anche competenze interpersonali e sociali), coinvolgendoli sul piano fisico, cognitivo ed emozionale. Nella sua definizione di Experiential Learning, David Kolb delinea il percorso di apprendimento come formazione continua dell’individuo. L’autore riprende quelli che possono essere considerati i maestri precursori dell’Experiential Learning: John Dewey, Kurt Lewin e Jean Piaget. Cogliendo le connessioni tra educazione, lavoro e sviluppo della persona, le esamina in modo critico al fine di offrire un sistema di competenze che, attraverso metodologie esperienziali, porti all’elaborazione di obiettivi educativi aderenti al reale mondo del lavoro. Il metodo di Kolb si basa sull’assunto che l’apprendimento sia circolare; da ciò deriva il suo learning cycle, che definisce le fasi dell’apprendimento esperienziale e, soprattutto, offre un modello di pratica formativa.
Esso si articola in 4 fasi sequenziali:
- esperienza concreta;
- osservazione riflessiva;
- concettualizzazione astratta;
- sperimentazione attiva.
I benefici dell’outdoor training
La formazione esperienziale spinge quindi il soggetto, ad una riflessione critica sul proprio essere e sulla propria realtà e gli consente di orientare i suoi atteggiamenti, aiutandolo sia a realizzare la propria personalità sia ad integrarsi nel mondo sociale in un continuo processo di interiorizzazione e apprendimento.
Diversi sono i benefici derivanti dall’ outdoor training praticato in un contesto naturale, proviamo a fornirne alcuni esempi:
Creatività aumentata del 50%
Stare a contatto con la natura per un lungo periodo può avere effetti proficui sulla creatività. Atchley e colleghi hanno condotto il loro studio “all’aperto”: i partecipanti della ricerca hanno trascorso quattro giorni consecutivi immersi nella natura. Lo studio ha mostrato che “questi quattro giorni di totale immersione nella natura e di completa assenza di tecnologia hanno incrementato la creatività ed il problem solving del 50%” (Atchley et al., 2012).
Riduzione dello stress
I giapponesi sono grandi fans delle passeggiate nelle foreste per promuovere la loro salute mentale. La pratica si chiama Shinrin-yoku e significa “bagno nella foresta” o “trarre giovamento dell’atmosfera della foresta”. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori giapponesi ha rilevato che questa pratica è particolarmente utile per coloro che soffrono di stress (Morita et al., 2006). La ricerca, condotta su un campione di 498 soggetti, ha mostrato che coloro che avevano praticato Shinrin-yoku avevano ridotto il grado di ansia e depressione rispetto ai soggetti del gruppo di controllo che non avevano compiuto l’attività, e sperimentavano un maggior senso di vitalità.
Aumentata autostima
Tutte le tipologie di attività svolte in mezzo alla natura possono avere un effetto positivo sull’autostima. Ed è sorprendente quanto poco si debba fare per ottenerlo. Una revisione ha analizzato i dati di 1.252 soggetti che hanno partecipato a 10 studi differenti (Barton & Pretty, 2010). Le attività considerate variavano considerevolmente tra i diversi studi: canottaggio, pesca, equitazione, passeggiate, giardinaggio etc. Lo ricerca ha rilevato che anche solo 5 minuti quotidiani di esercizio nella natura sono sufficienti per dare una spinta all’autostima.
I progettisti di Job Select già da qualche anno lavorano sulla costruzione di format formativi che hanno mettano al centro dell’esperienza il contatto con la natura. Tra i piu’ apprezzati il format “Il bosco e le ciaspole” che consente ai partecipanti di immergersi in scenari montani invernali che favoriscono la riflessione e la rigenerazione; un’esperienza fisica e mentale faticosa, ma che regala un senso di grande soddisfazione e di presa di consapevolezza dei propri limiti e di come il gruppo può aiutarci a superarli.